Perché si contano le pecore per addormentarsi?

Il detto sembra avere origine da Il Novellino, una raccolta di novelle toscane della fine del Duecento. In una delle storie si racconta infatti che Ezzelino III da Romano, detto “il terribile”, per alleviare i tormenti dell’insonnia ingaggiò un cantastorie perché lo intrattenesse durante le notti in bianco.

Traghettatore di pecore. L’uomo però avrebbe preferito dormire, e così durante l’ennesima veglia raccontò al nobile di un pastore che doveva attraversare un fiume con il suo gregge servendosi di un traghettatore con una barchetta su cui poteva stare solo una pecora. Il traghettatore caricò la prima pecora e la portò sull’altra sponda. Quindi tornò indietro, caricò la seconda e così via.

pecore_nei_parchiIl cantastorie tacque ed Ezzelino spazientito lo esortò a continuare, ma lui rispose: «Signore, dobbiamo prima farle passare tutte!» Ezzelino scoppiò a ridere e finalmente il cantastorie poté dormire.

Qual è il metodo migliore per addormentarsi?
Non quello di contare le pecore. Secondo i ricercatori dell’Università di Oxford, è troppo noioso (e legato a una realtà contadina che non ci appartiene più) per riuscire a distogliere la mente dai problemi e dalle preoccupazioni che ci impediscono il sonno.

Meglio, invece, immaginare qualcosa di rilassante: una fresca cascata o una spiaggia solitaria. Questa tecnica consente, “cronometro” alla mano, di addormentarsi in media 20 minuti prima che contando le pecore o non attuando alcuna strategia.

È del tutto deleterio, invece, cercare forzatamente di “scacciare” i pensieri negativi o ansiogeni: serve solo a pensarci di più. Rimanendo svegli.