UNESCO: siciliano e napoletano sono ‘lingue madri’

Tempo fa l’UNESCO ha stabilito che il siciliano ed il napoletano, con le loro parole, non sono “un dialetto ma bensì una lingua“, tanto da riconoscerle come patrimonio dell’umanità.

Così come il napoletano era la lingua parlata nelle antiche Due Sicilie, che costituivano il Regno al di qua del faro di Messina, il siciliano era invece, la lingua del Regno che si parlava al di là del faro (Sicilia).

Area di influenza Lingua Siciliana

Dialetti+italiani+meridionali+estremi

Il napoletano è secondo nella nostra penisola, soltanto alla lingua ufficiale, l’italiano, per diffusione sul territorio nazionale.

E’ molto parlato nel sud Italia, oltre che in Campania, in Abruzzo, Molise, Basilicata, Lazio meridionale, Puglia, Calabria Settentrionale; ed è stato esportato in tutto il mondo attraverso la canzone classica napoletana.

In particolare l’Unesco riconosce al Napoletano ed al Siciliano lo stato di lingua madre, ciò vuol dire che tra le lingue italo-meridionali sono da considerarsi lingue separate dall’italiano standard (Toscano) e non dialetti di questo. Addirittura la Sicilia è l’unica Regione a Statuto Speciale che non si vede riconosciuta la propria lingua.
Per fare meglio chiarezza, va sottolineata la differenza tra Lingue e dialetto. Un dialetto (dal greco διάλεκτος, dialektos, letteralmente “lingua parlata”) è una varietà linguistica (o idioma) usata da abitanti originari di una particolare area geografica. Il numero di locutori, e l’area stessa, possono essere di dimensione arbitraria. Ne consegue che un dialetto per un’area più ampia può contenere molte varianti, che a loro volta possono contenere sottovarianti di aree ancora minori, e così via. La lingua è il modo concreto e determinato storicamente con cui si manifesta la capacità comunicativa verbale del linguaggio, dal quale si distingue in senso proprio. I tratti comuni che individuano una lingua sono il vocabolario, il sistema fonematico comune, la grammatica e la sintassi, lo stile e la pragmatica.

L’UNESCO CI RICONOSCE LA LINGUA, MA LO STATO CENTRALE NO

Ottenere uno status legale del Napoletano e del Siciliano come Lingue Proprie dell’Italia meridionale ne permetterebbe l’utilizzo nelle scuole, negli uffici pubblici e nei mezzi di informazione.
L’ attività di valorizzazione è portata avanti principalmente da associazioni culturali e gruppi musicali e teatrali. Sono presenti anche siti Internet in lingua napoletana e siciliana.
Tra i poeti contemporanei che hanno scelto di esprimersi in siciliano Ignazio Buttitta è il più noto e il più conosciuto, sia in Sicilia che nel resto dell’Italia. Scomparso del 1997, la sua lirica più famosa è Lingua e dialettu, dove implora i siciliani affinché conservino la propria lingua:

Un populu mittitilu a catina spughiatilu
attuppatici a vucca è ancora libiru.
Livatici u travagghiu u passaportu
a tavula unnu mancia u lettu unnu dormi,
è ancora riccu.
Un populu diventa poviru e servu
quannu ci arrubbanu a lingua
addutata di patri:è persu pi sempri.

E a tal proposito va ricordato Rémy de Gourmont, poeta, scrittore e critico letterario francese il quale scrisse: “Quando un popolo non osa più difendere la propria lingua, è pronto per la schiavitù”.

Perchè tutta questa premessa?

Le due lingue, definite dall’Unesco, ‘lingue madri’, entrano a far parte ora del sistema operativo della Apple.

Così, a partire da settembre, ‘sicilianu’ e ‘napulitano’ figureranno tra le lingue dell’ultima versione di OS X Yosemite, per Mac.

Per impostarle, basterà accedere al pannello di controllo, selezionando l’opzione ‘Lingua e Zona’ e cliccare tra l’elenco di voci in italiano.

Per scegliere il dialetto occorrerà così aprire un menù a tendina al click del segno ‘+’ in basso a sinistra. Ma attenzione, ciò non vuol dire che il computer “parlerà” le due lingue, ma solo che le riconoscerà nel caso vengano sviluppate App che le utilizzano.


41 thoughts on “UNESCO: siciliano e napoletano sono ‘lingue madri’”

    1. Sicuramente peccato che non sono usate come si dovrebbe.
      Io credo che L’italiano e’ la nostra lingua nazionale di Dante e ne sono vanto.
      Pero’ se’ mi viene di pensare , o recitare una poesia sicuramente mi necessita tutto
      cio’ che la mia lingua Napoletana sa’ dare sia con suoni o parole . Sp. Il Napoletano
      Non e’ fatto di 21 lettere . Ciao Armando Torre

  1. Scusa, ma cominci il tuo articolo dicendo che il siciliano ed il napolitano non sono dialetti ma lingue madri, poi concludi scrivendo che per scegliere il dialetto occorrerà…..? NON È DIALETTO!

  2. Già… purtroppo perchè, di fatto, in Italia non possiamo chiamarle lingue. Sono state riconosciute dall’UNESCO, ma non dal nostro Stato.

      1. Perche’ la lingua con l’esercito e la marina (italiano) e’ quella che detta le leggi ed e’ consigliabile che tu capisca quello che dicono e sappia cominicare con loro.

    1. Non hai torto. Peccato che… ma e bensì insieme non si possono usare. Una rispolverata alla grammatica italiana non sarebbe una cattiva idea .

    2. Ciccio informo che, proprio perché proveniamo da luoghi dove si parlano lingue e non dialetti, normalmente quando parliamo italiano lo facciamo meglio di coloro che sono abituati a confondere i due parlati.
      Pur parlando spesso un misto di “dialetto” e italiano, ognuno di noi sa esattamente quale parola è dialetto e quale non lo è, quale espressione verbale è dialettale e quale non lo è … direi che il tuo è un luogo comune e, ad ogni modo, se è vero quanto dice l’Accademia della Crusca, bensì con l’accento, non senza … forse una rispolverata serve a tutti, non credi? 😉

    3. Io non sono italiano, io sono siciliana.
      Perché devo abbandonato la lingua dei miei amati antenati?
      La lingua siciliana è stato macellato dalla politica italiana!

      1. Non sono Italiana perché’ sono Siciliana.
        La lingua Italiana fu creata dal siciliano e latino , bravo Dante

    4. noi siamo un popolo occupato arbitrariamente, siamo una colonia dei savoia prima e della repubblica italiana dopo” anche la parola italiano non appartiene a questa republica ma al Popolo Napoletano, non tipermettere piu’ di dire a un Napoletano che deve imparare la lingua italiana se non vuoi essere mandato a XXXXXXXX hai capito XXXXXXXX

      1. Come vedi è un virgolettato, quindi vuol dire che ho riportato esattamente le parole dell’UNESCO.
        Ad ogni modo, l’Accademia della Crusca ha stabilito che si può dire.
        Questo dimostra che sarebbe il caso di parlare solo di ciò di cui si sa.

  3. Anche il Sardo è riconosciuto come lingua. Il fatto che vengano riconosciuti come tale, non vuol dire che sostituiscano la lingua della nazione!

  4. Io da Siciliano dovrei imparare a parlare l’italiano…e vero almeno io faccio un sacco di errori…ma storicamente parlando purtroppo per quella gente …stupida ed ignorante non sa che la lingua italiana e nata a Firenze come la letteratura italiana e nata in Sicilia…io con il mio dialetto e la mia lingua.. Che viene definita araba dal nord italia si avvicina cento volte di piu al italiano di qualsiasi altro dialetto del nord italia…che si avvicinano di piu al francese e al tedesco….quindi non so chi dei due e lo straniero ma sorvoliamo..come sempre si mangia nel piatto dove si sputa essere criticati quando non sanno…che prima che arrivassi Garibaldi a rompere i coglioni…perche il nord moriva di fame noi eravamo il secondo regno piu ricco ed acculturato al mondo…. Ed adesso si ritrovano a fare i superiori e sputando da per tutto….

  5. Cara amica, tu non conosci la differenza fra lingua e dialetto…comincia con questo.e pois tudia la storia! Quella cartina é un abuso vero e proprio. Le affinitá forti( fortissima con la provincia di Reggio..) fra Calabria e Sicilia sono dovute alle dominazioni comuni..ed alla conquista di ROMA, la quale impose il latino nella Calabria Citra, che si ribelló al suo dominio, e lasció il greco nel resto della regione..piú docile al comendo di Roma…

    1. Prenditela con l’UNESCO poichè la cartina e la spiegazione sono loro e, scusami, ma loro ne sanno certamente più di te.

    2. Acciardo, credo sia necessario fare a te un appunto. La lingua si distingue dal dialetto (per comune e mondiale convenzione) per quanto segue:
      – una lingua scrive e legge le parole in maniera totalmente differente da quelle che la circondano, ha peculiari strutture, sintassi e lessico
      – un dialetto porta differenze vocaliche o comunque di suono o grafiche MA NON STRUTTURALI O SINTATTICHE.
      Per ottenere questo non è possibile fare riferimento ad un singolo episodio accaduto 2.000 anni fa anche perché ti ricordo che Roma conquistò anche l’Europa centrale, la Spagna, il nord Africa e l’Asia minore.
      Come la cartina che tu consideri un “abuso” mostra, anche il siciliano ha le sue varianti, per esempio nel Val di Noto la presenza del greco rimase forte e si sente tutt’ora in moltissime parole … questo non fa della provincia di Ragusa una zona dove non si parli il siciliano ma al contrario si parla una variante peculiare di siciliano, così come peculiare è la variante del messinese, più simile al parlato di Reggio di quanto lo sia a quello di Palermo.

      1. Mitica! Vantiamoci di (e difendiamo il nostro) essere Iblei! In tutto ciò, vorrei far notare come noi Ragusani applichiamo alla perfezione ciò che insegnano in prima elementare riguardo alla lettera H: come viene definita? La “mutolina”. E, di fatto, noi non la pronunciamo 😀

  6. Sono siciliano e vivo in Spagna da 10 anni. Qui diverse regioni autonome hanno le proprie lingue ufficiali. Si insegnano nelle scuole e si utilizzano nelle pubbliche amministrazioni. Erano state soppresse durante il franchismo. Ugualmente in Italia il processo di unificazione mise al bando i cosiddetti dialetti. Il fascimo diede il colpo definitivo. Ciononostante l’anomalia più grande e perversa è che ancora oggi il processo di distruzione sistematica delle lingue regionali è in corso e spesso per mano dello stesso popolo della penisola. Ogni volta che uno zelante italiano ci ricorda con un sarcasmo squadrista che i siciliani dovremmo apprendere prima a parlare italiano bene e poi la nostra lingua madre, in primis provo tristezza e rabbia, ma subito dopo sperimento pace ed allegria in quanto sento di essere estremamente fortunato. Essere infelici non deve essere particolarmente bello

  7. st’articulu u capisciu buano… sugnu nu calabresi e la mia prima lingua era l’u dialetto di Lamezia, sebbeni m’nannu vinutu dopu tanti autri lingui cumu per esempiu English which I am happy to say I can read and write at a post-graduate level, ou la langue française qui j’ai étudié pendant quatre ans, o el idioma español , que he aprendido de la gran población de hispanos que viven a mi alrededor…

  8. Le origini della lingua italiana hanno le radici nella Scuola Poetica Siciliana, fatti storici riconosciuti da Dante Alighieri e dal Petrarca, molte opere della letteratura poetica siciliana sono state trafugate dai Guelfi al seguito di Carlo d’Angiò e trasportate in Toscana dopo la loro fuga dalla Sicilia. Testi della Scuola Poetica Siciliana si trovano anche in Lombardia, forse anche questi sono stati trafugati dalla Sicilia? Oppure hanno attinenza con il periodo in cui Federico Secondo aveva stabilito a Pavia la sede del Regno? Difendiamo e diffondiamo i primati siciliani che molti vogliono oscurare per proprio tornaconto, non facciamoci rubare anche la storia. Per dirne un’altra, il famoso
    drammaturgo William Shakespeare era un siciliano. Fatevi una ricerca, il suo cognome era Florio.

  9. Io sono Siciliana e sono fiera di esserlo. Conosco la storia della mia lingua e so che nelle famosi corti e castelli dove regnava Federico II vi era una vera e propria patria culturale e che, il famoso Dante si rifugió quando fu esiliato ( quindi è chiara la provenienza della lingua di cui la matrice è quella meridionale, che poi è stata ripulita da Dante con il fiorentino). Il mio dialetto (vivo nella provincia di Messina ma sul lato tirrenico dove proprio vi sono i più importanti regni di Federico II) lo trovo molto più vicino alla lingua italiana a discapito di un qualsiasi altro dialetto (persino il fiorentino). Ma come ben si sa i dialetti cambiano già da una città all’altra (io vivo a 40 km dalla provincia messinese ed i cambiamenti sono già molto evidenti) per tutti i motivi sopra descritti dagli altri (colonizzazioni arabe, greche, il latino ecc ecc). A questo punto parlare di una lingua siciliana ufficiale la vedo un po complessa perché…quale sarebbe il dialetto siciliano ufficiale? Dovrebbe essere credo il palermitano ed io personalmente se vado a Palermo ho difficoltà a capirli come loro hanno difficoltà a capire il mio! E quindi che si fa? Perdo il mio siciliano per parlarne un altro??Con questa premessa vorrei dire che: il fatto di avere una lingua ufficiale in Italia e quindi l’italiano, non la vedo una cosa sbagliata perché il saperla parlare correttamente consente di comunicare con il resto del nostro Bel Paese, e dalla mia esperienza all’estero, anche lì ci permette di comunicare. Se ognuno parlerebbe il proprio dialetto non ci capiremo spostandoci già da una provincia all’altra, figuriamoci in regioni diverse! Conoscere il proprio dialetto è meraviglioso ma mette dei paletti di confine dal quale al di là è difficile andare. Porto un esempio: ho studiato in una provincia calabrese e studenti che parlavano di base il proprio dialetto dell’entroterra (che provenivano da paesi a 50 km dalle sede universitaria) avevano difficoltà ad esporre le argomentazioni degli esami, arrivando a balbettare l’italiano poiché i docenti non li capivano, causando anche un pessimo rendimento conclusivo. L’esempio è ad una distanza breve della medesima provincia ma figuriamoci da una regione all’altra! Ho visto chi dopo 20 anni si ritrovava a dover imparare l’italiano per cercare di comunicare con i colleghi e con i docenti! A mio avviso penso: l’UNESCO riconoscerà il siciliano ed il napoletano perché sono due lingue meravigliose e conosciute in tutto il mondo (anche se penso che ogni dialetto abbia la sua bellezza perché possiede una sua storia tramandata nei secoli) ma il fatto che l’Italia come governo non la riconosca come lingua ufficiale posso anche capirlo perché si creerebbe il caos! In un viaggio in Spagna fatto un anno fa ho avuto modo di scoprire che c’è un vero proprio dibattito politico sulle lingue, che sono in tutto 5 e che non sono dialetti ma definite lingue ufficiali e se uno spagnolo di valencia deve parlare con uno di barcelona ha qualche difficoltà a capirsi e non possiedono una lingua ufficiale spagnola per poter comunicare da pari a pari. La mia è una corrente di pensiero che ama le sue lingua, sia il mio siciliano che l’italiano, e che comunque approvo la scelta del governo che l’unica lingua ufficiale sia l’italiano.

  10. Mi fa piacere leggere questa chat, 150 anni e passa di Unita’ d’Italia, e siamo ancora qui.
    Secondo me non ce la faremo mai
    Dimenticavo……io sono del profondo Nord

  11. Vedo che in un modo o altro tutti vorrebbero difendere la propria lingua .
    A me pare che in effetto tutti vogliono la stessa cosa,e gli do’ raggione).
    La lingua Italiana di Dante e la stessa cosa se si dicesse Che il Siciliano e la lingua Italiana
    Creata da Latino e Siciliano ne uscito un bel Triestino . Armando Torre

  12. Credo opportuno specificare che lingue o dialetti spesso esiggono la dovuta distanza,
    Sia per patriottismo regionale, o per amore nativo , ma il risultato rimane lo’ stesso
    siamo Italiani .

  13. Il Siciliano non fa parte della lista UNESCO dei beni materiali o immateriali patrimonio dell’Umanità Anche perchè finora nessuno ne ha sottoposto la candidatura formale al Comitato che ne esamina la validità delle motivazioni . l’UNESCO -United Nations Educational Scientific and Cultural Organization è stato costituito nel 1945 da venti stati membri dell’ONU ,a cui successivamente si aggiunsero gli altri fra cui l’Italia allo scopo di individuare tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio mondiale culturale e naturale materiale e immateriale di importanza per tutta l’Umanità Il Siciliano è stato incluso in un Catalogo -dei linguaggi in pericolo di estinzione (Atlas of the World’s languages in Danger) Attenzione non si parla nè di dialetti nè di lingue ,ma di linguaggi , cioè” parlate” in via di estinzione . Si sono individuate fonie più che identità linguistiche storico-territoriali .

  14. Il Siciliano è una lingua viva e vitale dalle innumerevoli inflessioni e modulazioni che codesto parlare possiede ,arricchito come è stato dal millenario scorrere della storia dei popoli e degli eventi che questa terra ,la Sicilia, ha vissuto ,a volte subito e spesso anche modellato.Il Siciliano non solo vive e sopravvive ma si rinnova grazie a centinaia di poeti ,scrittori, artisti cultori e gente comune che lo parlano e lo interpretano ,mentre le lingue nazionali hanno i giorni contati.

  15. La lingua siciliana è una lingua e basta!! Io lo trovo assurdo paragonare analfabeta una persona solo perché parla un’altra lingua! (siciliano o napoletano appunto) E’ normale che dagli altri italiani non venga capita vista che è un’idioma a parte dell’italiano.. e grazie a dio neanche il fascismo è riuscito a sopprimere queste lingue, così come in Spagna dove tra l’altro il basco, l’andaluso, il catalano eccc.. vengono insegnate anche a scuola se non sbaglio. Detto questo, buongiorno a tutti quelli che leggeranno 🙂

  16. Il fatto che l’UNESCO riconosca delle lingue non vuol dire che quelle lingue debbano divenire ufficiali. Io cresciuto in Calabria, studiato all’Universita’ di Messina,emigrato in Canada, laureato in lingua e , letteratura italiana, parlo benissimo Italiano, inglese,e calabrese, un pochino di siciliano, napoletano, barese, romano e spagnolo, vi posso dire che e’ molto meglio avere una sola lingua ufficiale piuttosto che ottomila e piu’ dialetti, tanti sono i comuni in Italia, la imaginate la confusione, Quando un siciliano a Milano chiede dei fiori (sciuri) da mettere sul tavolo, poi gli mettono due uomini (sciuri in milanese = signori). Poi la lingua italiana e’ diventata un vanto dell’Italia,la lingua iniziata in Sicilia (alla corte di Federico II con la scuola siciliana) raffinata a Firenze con Dante, Petrarca e Boccaccio, e’ diventata la lingua della poesia musicale, la lingua del romantici, la lingua della Lirica ecc. Invece di farne una cosa di sud o di nord, usiamola come strumento unitario di una nazione.

  17. Informo tutti i siciliani che si sentono traditi dallo Stato italiano, perché derubati dei loro diritti sanciti dalla Costituzione italiana, che da febbraio 2020 esiste un Gruppo denominato “I Siciliani lottano per l’autonomia” (ad oggi 18 settembre 2020 gli iscritti sono circa 15.700) il cui scopo è quello di rivendicare i diritti spettanti al popolo siciliano e, quindi, di battersi legalmente per ottenere la totale applicazione dello STATUTO SPECIALE della Regione Siciliana. Chi è interessato ad iscriversi, per dare il proprio contributo di idee ed iniziative, può liberamente farlo cercando il Gruppo su Facebook. È ovvio che più si è e meglio si ottengono i risultati prefissati.

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